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    TANINO SEDDA

Tanino Sedda nasce nel 1937 a Nuoro e, molto giovane, si trasferisce a Bruxelles per imparare tecniche grafiche; in seguito, viene attratto dal clima culturale austriaco e, in generale, dalla cultura figurativa mitteleuropea, Parigi in particolare.

Questo appassionato immedesimarsi in culture profondamente diverse da quella propria d'origine si nota in modo preciso nei suoi quadri, specialmente nell'impronta grafica, tipica predilezione stilistica della cultura figurativa centro europea, basti pensare ai movimenti espressionisti e, prima ancora, a fine '800, alla forza dello Jugendstil a Vienna e Monaco, all'Art Nouveau franco-belga, alla Secessione di Monaco che ebbe in Klimt il nume.

Su questa linea e poi su quella, del tutto diversa, del cubismo e del surrealismo, si è mosso anche Sedda.

Negli anni 60-70 fa una scelta a favore degli aspetti concreti della realtà e, per questo, potrebbe essere definito un nuovo “realista”, che non ama atteggiarsi ad eroe, lavora e si comporta con un grande spirito di indipendenza seguendo (in quegli anni) la linea di un realismo romantico, il “fare arte” con straordinaria freschezza, cercando modi autentici di comunicazione personale.

Le sue composizioni avrebbero certamente ispirato uno dei tanti sogni di André Breton, poeta e teorico del surrealismo.

Forse il suo stesso modo di comportarsi con gli altri, poteva essere frutto d’ingenuità e di non avvertita, come lui diceva, preparazione culturale, ma è sempre stato lo stesso, anche quando si trovò legittimamente inserito in mostre importanti come quelle di Biarriz e Parigi negli anni settanta, che ebbero una larga eco nel mondo della critica e del collezionismo.

Ciò che più sorprendeva era la qualità raffinatissima delle sue opere e la capacità di questo personaggio, all’apparenza “disordinato”, di creare ordine, di fissare inedite misure alla forma estetica, di rispondere con felice senso d’esecuzione alle proposte più ardite del far moderno e delle neo-avanguardie. E’ una acuta riflessione quella che domina le sue “composizioni”, una linearità e semplicità frontale che nascondono una complessità insospettabile.

La sua simbologia diventa sempre più geometrica, dopo tanto viaggiare si ritira nel suo laboratorio di Torreglia Alta sui colli euganei dove lavoro manuale e mentale si incrociano, si identificano, parlando soltanto col silenzio delle sue composizioni.

Uomo dai forti tratti mediterranei e dagli occhi ironicamente luminosi, è stato un artista di grande entità morale e culturale, che non cade nell’errore di volgersi a forme più anonime che astratte, ma che arriva ad una nuova produzione artistica di “forme dialoganti”, opere che tentano intenzionalmente di aprire un dialogo fra loro e noi. Un linguaggio che egli riconduce alle fonti classiche senza possedere quella sofisticatezza di cultura legata ai movimenti presenti e passati che, ove esistesse, lo porterebbe ad essere, a modo suo, un solitario “cubista-metafisico”. E’ questo lo stile, segnato da un lontano cubismo, che ritroviamo nella sua ultima produzione.

Tanino Sedda è figlio della cultura artistica del nostro tempo, che interpreta però secondo le istanze della sua personalità, una perfetta emanazione del proprio essere, in una fatica quotidiana e perenne a cui dedicare le migliori energie, in un rapporto di dedizione e passione che gli artisti più sinceri, quindi veri, riescono a realizzare.

Un artista che si è posto in diretto rapporto con il mondo non con l’intento di sottometterlo e snaturarlo, ma con l’atteggiamento tipico dell’antica cultura sarda che si rapporta alla natura in un rispetto sacrale.

Innamorato della sua arte, alla quale ha sacrificato molto durante la vita, Tanino Sedda ha rivelato una qualità comune con alcuni dei grandi artisti del passato, una tormentata e amorevole ricerca dei dettagli e della perfetta armonia, la conquista di una forma ideale di equilibrio compositivo e di espressività estetica apparentemente irraggiungibile.

Lui perseguì tutto ciò fino alla sua morte, a Padova, nel 2000.

Le sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero.


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