Sergio Sassida
Sergio Sassida è nato a Nerviano (MI) nel 1949. Laureato in Architettura, esercita la professione di architetto e si dedica anche alla pittura. Ha tenuto mostre personali a Nerviano (Sala del Bergognone), Magenta (Casa Giacobbe) con il patrocinio dei rispettivi Comuni e si presenterà nella Galleria Mazzoleni di Bergamo (Città Alta). E’ stato recensito da Settegiorni, Art Events, Selezione Artisti Contemporanei ed altre pubblicazioni. Sue opere si trovano in numerose collezioni.
“L’opera di Sergio Sassida è il frutto
di una ricerca impegnata, in costante evoluzione, su contenuti che implicano
sensibilità creativa e interessi a diversi settori, soprattutto attinenti alla
sfera naturalistica, trasfusi in ambito estetico con tecnica originale, nella
quale si riconoscono linguaggi propri di varie discipline per una scansione
formale che contempera componenti pittoriche, plastiche e incisione.
Sassida ha creato la sua storia
artistica partendo dall’osservazione della realtà per inseguire sempre più i
voli dell’immaginazione, fantasticando sulla genesi e sui destini del cosmo,
sulla fenomenologia spicciola delle cose e degli eventi, ascoltando i
suggerimenti dei tanti spunti ispiratori che lo stimolano, per trasfondere ogni
elemento in immagini concrete, tattili, solo vagamente descrittive, piuttosto
interiorizzate, stilizzate, metaforiche, emblematiche …
Immagini dotate di una particolare
suggestione, per interpretare soprattutto l’emozione gradualmente riscoperta in
ogni frammento del processo creativo, che plasma la materia, la scava, la
incide, la graffia, la colora, dando vita a forme ritmate, vibranti, nelle
quali si intridono le sensazioni, i pensieri, gli stati d’animo, le memorie …
che accompagnano l’operare dell’artista.
C’è nelle sue opere – e soprattutto nell’azione di scomposizione/ricomposizione della materia e del colore – la volontà di dare un’identità fisica alle emozioni, di richiamare dai recessi dell’io le primigenie percezioni, di ricercare l’origine e il significato delle cose, di immaginarle nel loro ideale prolungamento oltre il limite del tempo concesso all’intellegibilità e alla durata dell’umana esistenza.
Progetto d’arte complesso e dalle mille
sfaccettature, questo Sassida, il quale, per attuarlo, ha rifiutato il ricorso
a stili consueti, ad una raffigurazione rappresentativa di maniera, per dare
spazio ad interne esigenze interpretative, nel solco di una visione
personalmente elaborata che si può definire astratto/concreta, dove convivono
motivi figurali, informali o tipici dell’espressionismo astratto, riferimenti
all’action paiting, al dripping o ad esperienze di textures grafiche.
La doviziosa presenza di elementi
diversi, come quelli cui si è accennato, dimostra il profondo e consapevole
radicamento dell’autore nella cultura
estetica contemporanea e avvalora il suo progetto di una evidenziazione non
formalistica di messaggi universali.
Sassida ricrea con la materia e il
colore le immagini di anfratti scoscesi, di scogli marini, di ruvide rocce
sgretolate; fantastica con i riverberi di giochi di luci ed ombre del sole sul
mare, compone superfici desertiche con scarni interventi cromatici o, al
contrario, ne inventa di nuove con vorticose trame di tinte sapientemente
accordate; talvolta riproduce figure stilizzate al massimo, o convoglia forme
geometriche, oggetti, motivi naturalistici e stagionali ora in impasti
magmatici, ora in raffinati arabeschi o in armonici graffiti, non privi di una
logica grafica lineare e di una lirica essenzialità.
Le immagini talora sembrano emergere dal
caotico squadrarsi della materia, a volte invece è l’insistito intervento
dell’autore a generarne la complessa e capillare struttura: sono variabili del
modus operandi di un artista che ci rivela con metaforica potenzialità il suo
mondo interiore nel quale gestualità, riflessione critica, creatività trovano
sostanziali equilibri, mediando impulsi e razionalità in un linguaggio
pittorico di indubbio interesse e accessibile senza enigmatiche mediazioni.
La sua comunicazione ci invita a cogliere dimensioni inedite della bellezza, della forza della natura, della vita nel suo definirsi, del lento sedimentarsi nell’animo di emozioni, sentimenti, paure, desideri, ricordi …. Che l’arte sublima nel suo ineffabile mistero”. (Vito Cracas).