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SANDRO  BARDELLI.  

IL PERCORSO.


Sandro Bardelli dipinge la sua prima opera ad olio, appena tredicenne, allorquando durante un corso di disegno tecnico ed ornato, gli viene data l’opportunità di sperimentare la tecnica della pittura ad olio.

Avviene però negli anni ‘68/’71 il primo vero momento formativo nel campo dell’arte durante la frequentazione di un Corso triennale di disegno e pittura. In seguito, in un’alternanza di periodi che lo vede impegnato in vari settori del mondo lavorativo e nella frequentazione di corsi serali per il conseguimento del relativo diploma, è costretto, dall’adempimento al servizio di leva, ad interrompere il tutto. Negli anni ‟70 poi, comincia a dedicarsi con maggior impegno allo studio del paesaggio, soprattutto nel territorio varesino e nel vicino Canton Ticino, luoghi che si possono, a ragione, considerare la palestra ideale per la sua formazione e lo sviluppo delle sue tematiche paesaggistiche legate al colore. Comincia a dedicarsi inoltre allo studio della figura accostandosi dapprima all’800 italiano per seguire poi, attraverso l’impressionismo ed il fauvismo, un suo personale discorso artistico che lo porterà verso una pittura di tipo espressionista, caratterizzata da un forte impatto cromatico.

La sua pittura si compone a questo punto di note molto personali e dinamiche tanto più accentuate dall’uso di una pennellata materica, decisa ed incisiva che ritroviamo in un successivo periodo, dal 1989 al 1994, durante il quale riprende più assiduamente a lavorare sulla figura che viene interpretata sia nelle opere ad olio che in quelle grafiche con una tecnica assolutamente personale. Contemporaneamente sviluppa lo studio dell’affresco e della tempera all’uovo nonché del muralismo con l’esecuzione di murales ad acrilico. Tutto ciò alternato all’attività di accompagnatore turistico che gli permette di visitare ed accostarsi a luoghi e culture tanto diverse e lontane dal suo abituale palcoscenico di lavoro.

Nei Paesi dei suoi viaggi tornerà infatti per dipingere e creare alcune delle opere più significative (Grecia, Spagna, Polinesia Francese, Senegal, Bretagna, Kenya, Tunisia, Nepal, Indonesia, Thailandia, Isole Maldive) da accostare ai suoi “classici” realizzati sulle montagne e nelle vallate del vicino Canton Ticino, del Canton Grigioni e dell’Insubria, oltre che in Toscana e a Venezia. Dopo un periodo di stasi, riprende nuovamente, nel 1989, la ricerca sulla figura dedicandosi anche allo studio sulle maschere orientali create autonomamente. Dello stesso periodo è il suo primo avvicinamento ai temi informali/astratti. A partire dal 2003 sviluppa invece la ricerca sulla grafica dove il figurativo viene interpretato in modo personalissimo conferendo una assoluta caratteristica identitaria ai suoi lavori di quel periodo e degli anni successivi. A questo proposito ascoltiamo le parole dell‟ artista: “…I soggetti di tali opere scaturiscono dalla mia fantasia compositiva attraverso l’uso di china e colori naturali, diluiti con acqua, ricavati da minerali trovati nell’orto di casa, dalla cenere, nonché ricavati da ortaggi, bacche, frutti, thè, caffè e altro ancora, stesi su supporti cartacei diversi, quali velina, cartoncino, letraset, carta telata e soprattutto su carta di riso lavorata a mano che ho portato dai miei numerosi viaggi in Asia.

Tutto ciò nasce da una espressione creativa spontanea, che lascia spazio alla libertà dell’immaginazione. Queste opere nascono dall’inconscio, poiché salvo qualche eccezione, non parto mai con un’idea precisa di quale dovrà essere il risultato finale. I soggetti, invece, si materializzano e si concretizzano nel momento della stesura del colore sulla carta, durante l’evolversi dell’operazione creativa. Il gesto della mano è teso a ricreare linee, forme e colori per raggiungere l’armonia compositiva, mentre contengo il colore o lo espando, inseguendo ciò che la mente e l’occhio esigono nel manifestarsi della mia vena creativa. …”

Vengono in questo modo raggiunti nuovi risultati, interessanti e innovativi, slegati dal realismofigurativo. La linea pura si alterna a superfici dai delicati cromatismi per creare così imprevedibili soluzioni che si trasmettono a noi in un equilibrio di forme e colori. Anno 2011. E da qui si apre uno sconfinato palcoscenico sul quale si affacciano opere dal raffinato equilibrio, che parlano a chi le osserva di eleganti alchimie cromatiche, di tratti che anelano alla perfezione del segno e alla suggestione delle linee. Un leggero, impercettibile e sottinteso invito a lasciarsi condurre dal filo dell’emozione, dal susseguirsi dei sogni che albergano in ciascuno di noi, che ci prendono per mano e ci portano con forza, tenacia, tenerezza e dolce impetuosità a trovare risposte spesso non vivide di parole ma prodighe di turbamenti e stupori emozionali. “Un nuovo viaggio”. Un nuovo incontro con una diversa materia. Nuove modalità espressive. Il piacere ed il desiderio di una nuova manualità. La necessità e l’esigenza di lavorare “fisicamente’ il materiale refrattario. Per plasmarlo. Costruirlo. Modellarlo. La genesi di nuove opere. “Un nuovo viaggio”. Anno 2015. “Le opere polimateriche”. Una nuova materia per le ritrovate opere ad olio. Il colore ad olio su nuovi fondi. Il supporto rigido sempre protagonista. La pennellata sempre viva e intensa. La tavolozza si fa espressione di nuove cromie. Un ritorno ai “suoi” luoghi. Ma non solo. Le opere assurgono a farsi sempre più voce, sempre più interpretazione del suo “nuovo” sentire. Anno 2018. Nulla può né deve essere ignorato. Tutto, per lui, deve farsi tessera preziosa per arricchire il composito mosaico della sua vita personale ed artistica. L’ acqua. La terra. La natura. La poesia. La realtà attuale. La società. Il tempo della vita. Il suo scorrere veloce ed il suo restare immobile nell’ impotenza del non coraggio di cambiare. L’ Oriente vicino e lontano. Le tradizioni. I costumi. La bellezza. Anno 2019. Dopo un periodo di parziale inattività, durante il quale si è dedicato alla realizzazione di alcune sculture sullo studio delle componenti dinamiche del corpo umano, realizzate con l’uso di impasti materici di varia natura, ecco nascere un nuovo Progetto sulla femminilità È infatti del 2019 il ritorno alla rappresentazione del corpo di donna già indagato nel passato in diversi momenti lontani tra loro. Ecco così che, durante la seconda metà del 2019, scaturiscono dalla mano dell’artista numerosi disegni a matita e a china, su vari supporti cartacei, dedicati al corpo femminile interpretato nei diversi momenti di posa dal vero, dalle pose più classiche alle più inconsuete, più intime e più azzardate. Questa schiera di disegni diventa la genesi del Progetto “Il Colore Viola: Erotismo”, una serie di circa 30 nudi che ne rappresentano il nucleo fondamentale. E proprio il “colore viola”, usato nelle sue infinite sfumature, diventa protagonista per evidenziare il sottile erotismo che emana dal corpo femminile. Il corpo femminile che lui interpreta nella sua armoniosa componente plastica, ricco di suggerimenti erotici che emanano dalle pose “live” assunte dalla modella e colte nei momenti di solitudine, di abbandono e di riposo. Ne nasce una ricca serie di opere ad olio realizzate su fondi materici, stesi su pannelli di grandi dimensioni, in medium density, opere che riflettono la sua predisposizione ed il suo interesse artistico per la rappresentazione dell’armonia plastica e fisica del corpo di donna”.


(Patrizia Galparoli, 2018)

 

 

Sandro Bardelli e la “carta di riso”.


La “carta di riso” per lui è una “scoperta” che proviene dai molteplici viaggi che lo hanno portato spesso in Estremo Oriente in qualità di accompagnatore turistico. Nel 1988, da un viaggio in Thailandia rientra con un grosso rotolo di carta di riso. Il suo nuovo viaggio ha inizio. La “sua” carta di riso sarà di provenienza thailandese o al più laotiana. La carta di riso, in principio, supporto ideale per il nudo femminile. Il disegno a china trasporta sulla carta le linee del corpo di donna. La figura diventa preziosa. Il tratto sicuro rende il corpo umano vivo e plastico. Pochissime linee, mai ripetute, mai riprese, mai corrette. La nuova creatività irrompe “dentro”. Si fa strada la necessità di “lavorare” con nuovi contenuti. Una nuova dimensione pittorica per le sue opere. Nuovi soggetti, nuove forme, nuovi colori, nuove emozioni. Un nuovo linguaggio. La narrazione della sua creatività. La carta di riso, supporto affascinante, non facile nella sua trattabilità. Gli regala risultati straordinari. Morbidezze nuove, raffinate eleganze. Le forme e le linee si intrecciano, si rincorrono. Una nuova voce, nuove emozioni. La carta di riso prezioso dono della natura e della geniale manualità dell’ uomo. La superficie ruvida e viva, mai uguale a se stessa. Assorbe e trattiene il colore nelle sue pieghe, nella sua morbidezza. Un risultato sempre diverso, ricco di trasparenze e di “movimento”. Il foglio “divora” la stesura del colore, gli parla. Chiede altre ombre, altre sfumature, altri “segni”. Concepisce ed esteriorizza le parole cromatiche che sono dentro di lui. Sulla carta di riso non si può barare. Difficile tornare indietro, impossibile cancellare. La creatività allo stato puro così come sgorga dalla mente e dall’ anima dell’ artista. La carta di riso si permea di colore. Parafrasa il linguaggio del cuore e della mente nel linguaggio delle emozioni. Il suo astratto è la sua “nuova” creatività. Le sue emozioni, il suo cuore e la sua intelligenza. Prendono nuova vita e si concretizzano su questo inconsueto supporto che lo ammalia. Nessuna forzosa ricerca, nessuna sperimentazione a tutti i costi. Non esiste per lui la sperimentazione. Esiste solo la creatività. Lo stato d’animo che lui “vive” in quel “momento”, nel momento del “dipingere” si fa stimolo a raccontare se stesso. Una istintiva creatività che non può essere imprigionata “dentro”. Nell’uomo, nella sua anima, nella sua mente. Deve esprimersi con il linguaggio delle forme, delle linee, del segno. Soprattutto del colore”.

Per leggere le sue opere astratte su carta di riso bisogna saper leggere il segno della sua mano che scorre libera sulla carta. La ibera interpretazione delle sue opere è rimandata a chi osserva, a chi legge. Libertà di emozionarsi, di immaginare, di interpretare. Il titolo che lui ha dato all’ opera che sta davanti a noi e il colore ci raccontano la “sua libertà”, il suo “momento creativo”. Più vivi evitali che mai in questo attualissimo viaggio. Tuttavia … il viaggio non è ancora completamente compiuto. Non lo sarà mai poiché la creatività della mente vive. Si genera e si rigenera. Si nutre di sentimenti, di sensazioni, di gioia. Di dolore, di rabbia e di passioni. Sempre e comunque “il viaggio” e la “carta di riso” parlano attraverso il colore. Vengono temporaneamente abbandonati i color ad olio. Non saranno dimenticati … mai. Ora la sua creatività gli chiede di esprimersi con nuove tecniche. Istintivamente gli strumenti cromatici cambiano. Approdano alla natura. Colori naturali, colori vegetali. Colori che lui crea nel suo atelier, in campagna. Li trae dal suo giardino. Dal suo orto. Dalle sue piante. Dalla legna bruciata nella stufa di casa che diventa cenere. La cenere regalerà straordinarie tonalità di grigio. Acque ottenute da macerazione di vegetali commestibili. Straordinario verde-blu dell’ acqua di bollitura del carciofo. Succo di piccoli frutti dell’orto. Succo di bacche. Lamponi, mirtilli, sambuco. Un rosso e un viola regalati dalla spremitura delle bacche di phitolacca.

E ancora un arbusto da tagliare. Sta invadendo il prato. Lui scopre, nell’ anima del piccolo tronco, un giallo caldo, avvolgente. Ne toglie la corteccia. Sbriciola il legno, lo mette a macerare. Una nuova, unica, introvabile tonalità di giallo. Diversamente non si sarebbe potuta ottenere. Le pietre trovate nel giardino, frantumate. Rese polvere e con la polvere si apre la via a nuovi cromatismi. Nuove possibilità espressive. Le pietre portate dai numerosi viaggi in Australia. Arenarie dai colori caldi ed avvolgenti. Dono del Deserto Rosso australiano.

Frantumate si tramutano in polvere dalle incredibili sfumature. Minuscoli e preziosi cristalli pronti a trasformarsi in nuove cromie. Gli ossidi, le chine. Andranno a mescolarsi con le nuove polveri e i nuovi colori. La nuova frontiera della sua creatività. La carta di riso, i colori vegetali e naturali. Semplici gesti della realtà quotidiana. La manualità della trasformazione. I nuovi soggetti ci riconducono alla natura, all’ essenza della vita, ai nostri sogni ... Un viaggio nel suo “io”. Un viaggio nella natura. Un viaggio nella sua anima. Elementi da cui non si può prescindere e da cui la vita di ognuno non può allontanarsi.

(p.g., marzo 2018)


 

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Sandro BARDELLI, Cenni critici


Tra i vari critici che, in diversi momenti, hanno parlato e scritto di lui, alcuni in particolare

hanno saputo cogliere al meglio il contenuto artistico/espressivo della sua opera.

Sandro BARDELLI: “L’ incantesimo di un colore dirompente nel paesaggio e nella figura”.  Un forte riscontro coloristico è la nota dominante nella pittura di Sandro Bardelli; l’artista, da sempre, si esprime attraverso un colore luminoso, denso di vitalità, improvviso nella sua diretta discendenza espressionistica. Bardelli si è mosso, sin dagli inizi, in tutta libertà, distillando forme note o ignote, in una immediatezza visiva divenuta un marchio stilistico inconfondibile. Nella storia dell’artista, l’incidenza della pulsione cromatica, veemente ma consapevole, è fondamentale. Risaliamo agli anni Ottanta, quando i paesaggi di terre lontane o anche solo le visioni di luoghi lombardi sono riplasmati in un’intensa emozione sensoriale; la soggettività pittorica crea “viraggi” di colore verso le gamme dei rossi, dei blu, dei verdi, mentre il bianco racconta di una luce magica, pronta a sfuggire, a farsi inseguire tra le case, nelle strade, sull’ orizzonte del mare. Si risente nell’ atmosfera luminosa la calura mediterranea delle Isole Cicladi, remote nel biancore fulgido dei muri a calce, mentre i riflessi attorno mutano imprevedibilmente dall’ arancio al viola. Sono di quegli anni le tele sulla Polinesia, paradiso perduto, dove si respira l’innocenza delle immagini tra la fragranza dei fiori. Il tema paesaggistico non ha mai abbandonato la fantasia di Bardelli in un rapportarsi personalissimo con la realtà, al di là di ogni possibile riconoscibilità del luogo. Perché solo il colore è spia del tumulto dell’anima, quando stupore e meraviglia vibrano nell’ attimo della percezione. La stessa dirompente visionarietà cromatica del paesaggio riappare, incontaminata, nella figura, in modo particolare femminile. L’ ossessione del colore diventa quasi viscerale nella provocazione del corpo strutturato plasticamente nell’ accensione dei toni. La forma, compatta nello spazio, si concretizza senza chiaroscuri nella sensualità cromatica ardita; occupa tutta la tela, in un vigoroso rapporto gesto-immagine. Ora l’artista varesino insegue una sintesi tra forma e colore senza nulla sacrificare alla pulsione emozionale. Le sue figure, femminili e maschili, appaiono ancora più lontane dal reale, enigmaticamente concluse in una spazialità aliena, quasi ipnotizzate da una vicenda cromatica ossessiva. Le stesure, su tela o su tavola, prevedono spesso una tecnica di base vicina all’affresco, su cui la stratificazione delle pennellate offre smorzature e rilievi molto suggestivi.

(Fabrizia Buzio Negri /da “Varese Mese, pag. 55” – Febbraio 1994)


“…La libertà coloristica caratterizza le opere di Sandro Bardelli: il “viraggio” ai toni del rosso e del blu movimenta la superficie in una intensa vitalità allontanando ogni possibile “manierismo” visivo. E’ l’attimo delle abbaglianti emozioni sensoriali, nella forte luce del giorno, pronta a sfuggire per non lasciarsi imprigionare sulla tela o sul foglio. Paesaggio è colore, per Bardelli, tra lo stupore e la meraviglia d’ inusuali gamme cromatiche…”

(Fabrizia Buzio Negri - 1992)


“…Bardelli si affida quasi con esclusività al colore, al linguaggio articolato e vibrante delle variazioni tonali, degli accostamenti e dei contrasti, in visioni talora inedite e comunque sempre ben costruite mediante un fraseggio ritmico, che raggiunge, in certi accenti, limpide note liriche. Nelle opere ad olio il ritmo è acceso, quasi ad inseguire una sua misteriosa regola calata nella vastità delle gamme cromatiche, nel variegato intrecciarsi dei temi. Le capacità dell’artista vengono allo scoperto così con maggiore risalto nel modulare i timbri e i toni, in un’allusività simbolica che accorda la magia, il candore, la spontanea bellezza delle forme con il movimento della luce e del colore, che penetrano nel tessuto oggettivo riverberandovi gli umori e le emozioni dell’animo. Un’assoluta linearità di tratto contraddistingue, invece, i disegni in genere e le opere grafiche di Bardelli, per lo più dedicate allo studio della figura. Qui è il segno stesso ad organizzare in un terso nitore il ritmo, nell’invenzione, certamente più studiata, delle forme. L’immediatezza allora si stempera nella meditazione, per interpretare i motivi dell’interiorità senza il supporto basilare del colore, per guardare al di là (ovviamente al di dentro) del soggetto, in una fusione di intuizione e razionalità raggiunta con misura. Bardelli dimostra in ogni caso duttilità espressiva, capacità d’interpretazione soggettiva ed oggettiva, sicurezza nella soluzione dei problemi tecnici e formali; doti che sa far valere sotto la spinta di un amore per l’arte che lo segue da anni, dovunque, alla scoperta delle cose che ci racconta con le sue immagini…” (Gioacchino Li Causi – 1985)


“…Paesaggi come segnali nello spazio, indubbiamente, quelli di Sandro Bardelli, all’insegna della gravità eclatante del colore: momenti di grazia che stabiliscono il valore di una particolare opera e che ben difficilmente si potrebbero ritrovare in altri momenti o luoghi. Nel turgore fermentante della materia e nella spavalderia del taglio, lo spirito, intensamente attento, capta l’idea della realtà, la ricchezza della luce, la brillantezza dei toni. Per cui la sua pennellata, liberamente ampia nello svolgimento, ci appare di notevole rilievo nella concatenazione essenziale delle forme…”.

(Antonio Oberti - 1984)


“ …Il nudo come simbolo dell’eterno femminino……Sembra che l’artista ami l’antico adagio dei Greci che davano risalto all’umanità svestita per essere più vicini agli Dei …Sandro Bardelli mette a fuoco così un suo stile per tradurre il “bello ideale”. Piacevole e brioso il suo nudo femminile si stacca dalla solita esperienza accademica per assurgere a smagliante ricerca della sensibilità muliebre…conferendo ai nudi di donna una sorridente pittoricità…”

(Antonino De Bono - 1980)


“…Ha molto viaggiato Sandro Bardelli e studiato ambienti, popoli, situazioni, costumi…e scene di vita, il risultato è un incontro con la realtà…colta in una dimensione cromatica squillante, sazia di effluvi energetici, di linee e forza, di timbriche ed intime suggestioni…”

(Antonino De Bono - 1978)


“….Persino gli alberi sottilmente enucleati in rosso-sangue paiono secernere una segreta linfa conosciuta da Derain e da Vlaminck, aritmicamente espressi in una sequela di toni e di tinte. I torrenti di montagna saturi di cieli azzurri, i macigni fabulistici nell’ impianto, i contrasti cromatici tra svettanti boschetti e casette che si esaltano nella quiete agreste sazia di luce, tutto concorre a creare l’elemento illusionistico della composizione e ad esprimere la potenza stimolante del mezzo pittorico come esplosione gestuale di un momento d’ estasi. …. Questa gamma calma ed irrequieta di colore, diventa nella natura morta, apologia della vita silente che si esplica in una orchestrata e misurata esasperazione delle tensioni oggettuali rese con estro guizzante e dinamico. … Ma l’eccitante punto d’arrivo è il nudo squillante nell’ olio, misurato e calibrato nel disegno. “Ragazza che medita”, “Nudo nello studio”, “La modella”, ecc. colti in una articolazione di suggestioni focose, splendono nell’ invenzione cromatica dell’incarnato e recano in sé una loro misterica presenza sottilmente toccata dall’ eros. Nel disegno, Sandro Bardelli insegue il gioco dei pieni e dei vuoti - come se scolpisse – fervidamente proteso ai morbidi effetti chiaroscurali appena sfiorati da una funzionale linea curva che modella l’eterno femminino colto con irrefrenabile vitalità. Sandro Bardelli è un pittore che conosce alla perfezione l’affinità alchimistica del colore, la smagliante purezza dei paesaggi montani immacolati ed incontaminati dalla civiltà dei consumi; ma soprattutto accentra in sé la passione tentatrice della materia come se dovesse comporre antiche e meravigliose vetrate…”

(Antonino De Bono – 1977)

 

 

Sandro BARDELLI, artista in viaggio

Pare davvero che l’arte di Sandro Bardelli tragga la linfa vitale dal momento forse più ricco e contradditorio, successivo all’Impressionismo, quel torno di anni che, nella ricchezza e nella sperimentazione di sentieri e di alternative, segnerà la vicenda artistica contemporanea. È il Post-Impressionismo: fucina, serbatoio e matrice di molte espressioni creative dei nostri giorni; da Seurat, a Cézanne, da Van Gogh a Gauguin e Maurice Denis, fino ad imboccare la strada di Derain, Sérusier e di Matisse. Difficilmente definibile, ed ancor di più sintetizzabile, il crogiolo successivo alla stagione degli Impressionisti vede il perseguimento di un obiettivo: la riflessione e l’esperienza sui fondamenti stessi della visione. Come a dire che, abbandonata la sola e unica ricerca sull’istantanea impressione della luce, l’artista si concentra sulla sostanza, sulla “carne” del paesaggio, delle cose, delle figure. Anche per Sandro Bardelli, così come per gli “storici colleghi di generazioni precedenti”, il viaggio è esperienza favorita e privilegiata per cercare e scoprire le radici che nutrono l’esperienza creativa: il colore e la luce. E se nella Grecia di Paraportiani e di Mykonos trova i gialli dorati del rito ortodosso, in Bretagna, Bardelli si mette in contemplazione di paesaggi rocciosi, aspri e a picco sul mare, burrascosi e sui quali il tempo cambia con un soffio di vento. La luce accecante e i colori delle spezie di Tunisia fanno da controcanto alle costruzioni di Hammamet. “L’atmosfera misteriosa e magica della Medina mi assorbe ed ecco i primi lavori scaturire quasi d’incanto nel volgere di poche ore. Mi rendo conto che i miei dubbi erano infondati e che il fascino dell’ambiente vince il proposito di lavorare principalmente sulla figura umana e sui costumi che comunque mi stimolano enormemente”. Così scrive l’autore nei suoi appunti di viaggio del 1989. Seguirà il viaggio in Senegal, ma molte sono già le strade percorse: Toscana, Venezia, Andalusia, Tunisia, Polinesia, Grecia, Bali. Il tema paesaggistico non ha mai abbandonato la fantasia di Bardelli in un rapportarsi personale con la realtà, al di là di ogni possibile riconoscibilità del luogo. Sempre costante in lui la ricerca non solo e non tanto dei valori atmosferico-coloristici, quanto della resa coloristica, cercando di vedere le forme in termini di massa e di dare un impianto saldo alla forma, una via moderna alla monumentalità. La stessa monumentalità si ritrova nelle figure di nudo: l’attrazione per il volume raggiunge talora il diapason, un progressivo attenuarsi della fisionomia è funzionale all’equilibrio compositivo e alla rinnovata saldezza. Ciò che interessa a Bardelli sono le torsioni e le complessità delle pose, il rapporto tra il corpo e lo spazio, tra le zone d’ombra e i lembi bagnati di luce. “Disegno e colore non sono affatto separati, dal momento che dipingi, disegni”, sosteneva Cézanne. E ancora: “Quando il colore è al più elevato grado di ricchezza, la forma è alla sua pienezza”. Bardelli, da sempre, si esprime attraverso un colore luminoso, denso di vitalità. Pose inattese e vitali si ritrovano anche nelle opere eseguite a coda di pennello, dove la scia nera si assottiglia, si interrompe e si frantuma. Torna l’artista a darle alimento di colore, per riprendere il contorno della figura nuda e distesa sulla velina, su letraset o sulla carta da pacco. Sempre su queste carte – ma anche su fogli di carta di riso e su cartoncino – si sono formate le costellazioni e pianeti di Sandro Bardelli. A partire da una ricerca insistita sulla grafia semplice, geometrica, riletta a distanza per intravvedervi, solo in un secondo momento, un titolo, un’immagine e magari una storia, nasce il cosmo stellare dell’artista. Le composizioni di figure sono improvvisazioni jazz; le carte ruvide e porose che bevono i colori naturali del succo di mirtillo, del caffè e di bacche varie, si trasformano in fondali e scenografie teatrali; le nubi di stelle primordiali e le galassie si ramificano nel colore acquoso, guidato dal pittore. Questa è l’ultima frontiera di Sandro Bardelli, un traguardo fatto di colori più veri del vero, di schegge di legno e di frammenti di pietre esotiche, di pianeti e di satelliti che si formano dal colore sul fondo bianco. Qui l’opera si spoglia delle caratteristiche descrittive e oggettive, divenendo un’equazione di linee e superfici; il colore si fa spaziale, concreto, libero dai criteri di verosimiglianza, per divenire finalmente saturo. Tutto viene raggiunto ed eseguito grazie ad un lungo processo di semplificazione delle forme reali e di un uso sempre più massiccio di segni e colori, talvolta scelti per il loro potenziale simbolico. Sandro Bardelli sembra voler dipingere l’indipingibile, in un salto verso la scrittura automatica, la pittura non figurativa. E invece, racconta la più antica e naturale delle volte celesti, il sogno delle forme circolari della luna, la corsa di Mercurio davanti al sole, l’esplosione di una stella. La natura lirica e astratta, musicale e poetica diventa pura comunicazione. E così l’arte finisce con il rimandare, ancora una volta, allo spirito, al gesto concettuale compiuto dall’artista.

Clara Castaldo, Storico dell’Arte, 2012


Testo di presentazione del Progetto Espositivo “IL VIAGGIO e L’ARTE, opere di Sandro BARDELLI, olii, carte di riso e pannelli ceramici” comprensivo di 6 Mostre personali presentate in 4 realtà museali della Provincia di Varese (Museo Innocente Salvini/Gemonio – MIDeC Museo Internazionale Design Ceramico/Cerro di Laveno Mombello, Biblioteca “A. Pozzi” di Laveno Mombello, Centro Documentale “Linea Cadorna Frontiera Nord” di Cassano Valcuvia, dal 13 maggio al 30 Settembre 2012

 

 

Sandro BARDELLI: “SUGGESTIONI INTROSPETTIVE”, cromatismi astratti su carta di riso

"Che cosa splendida è l'acquarello per esprimere l’atmosfera e la distanza, cosicché i personaggi sono come circondati dall'aria e sembrano poterla respirare." (Vincent van Gogh Lettera 163, ca.18 dicembre 1881) Sandro Bardelli: un artista poliedrico che passa con facilità da opere prettamente figurative, quali paesaggi o ritratti di nudo femminile, a opere astratte. Le acquisite e consolidate capacità tecniche e strumentali gli hanno permesso di sperimentare nel corso della sua carriera artistica vari stili espressivi, spaziando dal semplice uso della matita e dell’inchiostro, alla pittura ad olio, all’acquarello, alla tempera all’uovo, fino all’affresco e al murales, sempre con uguale maestria. L’Amministrazione comunale ha aderito con piacere al Progetto espositivo ideato da Anna Visconti, Direttore del Museo Salvini e da Patrizia Galparoli “IL VIAGGIO E L’ARTE” che vedrà nella stagione estiva 2012, il susseguirsi di più mostre di Sandro Bardelli in diversi musei e spazi espositivi del nostro territorio. con il progetto “IL VIAGGIO E L’ARTE” si vogliono ripercorrere e approfondire alcune delle principali tappe del viaggio creativo di Sandro Bardelli, fornendo al visitatore attento anche la possibilità di ammirare alcuni dei luoghi più significativi delle Prealpi Lombarde, spesso poco conosciuti e valorizzati. A Palazzo Perabò, sede del MIDeC- Museo Internazionale Design Ceramico sono riuniti in mostra una trentina di acquarelli astratti su carta di riso esposti insieme ad alcuni pannelli ceramici il cui comune filo conduttore si evince dal titolo della mostra, “Suggestioni introspettive”, ovvero quando l’arte diventa l’espressione più intima e profonda dell’animo umano. Una sezione della mostra, sarà presente presso la Biblioteca Comunale “Antonia Pozzi” di Villa Frua e comprende una serie di acquerelli a china sul tema del cosmo. La mostra si compone di una rosa di fogli di indiscutibile valore segnico, di immediatezza di espressione e di originalità, ma si tratta solo di una minima parte di disegni scelti da una folta rassegna di fogli che affollano la casa-atelier dell’artista, dove Sandro e Patrizia mi hanno calorosamente accolto per discutere i dettagli della mostra. Alle pareti e sui cavalletti facevano invece bella mostra i quadri ad olio. La prima impressione che si ha guardando le opere di Sandro Bardelli è che mentre nei suoi quadri ad olio, l’artista si esprime con un’esplosione di colore, attraverso pennellate vivaci e decise, negli acquerelli in stile astratto, pur mantenendo l’utilizzo del colore, i toni sono più tenui e meno corposi, ma sempre con l’intento di offrire una visione di forte pathos e suggestione emozionale, che va ben oltre il semplice apparire.

Chi ha la fortuna di frequentare gli atelier degli artisti ben sa che ciascuno possiede un suo gesto particolare nel mischiare i colori, nello stenderli sul foglio, nel tenere il pennello con le dita. Così anche Sandro Bardelli ha voluto personalizzare la sua competenza nell’uso dell’acquarello, non fermandosi alla pura tecnica convenzionale, ma sperimentandolo come una sfida unica. A cominciare dal supporto, la carta, questa ha svolto un ruolo importante nel connotare i suoi acquarelli: non semplice carta di cotone, ma carta di riso artigianale raccolta durante i suoi molti viaggi in paesi asiatici. Quindi da supporto neutro e vincolante, il foglio in carta di riso diviene elemento attivo, sinergicamente partecipe del processo creativo. Questa carta con la sua superficie fortemente corrugata dona un senso materico all’opera quasi a creare una connotazione estroflessa al dipinto, sicché il bordo sfilacciato e non ben rifilato diventa elemento espressivo. Altro aspetto importante è il colore, Sandro Bardelli non si accontenta di utilizzare le chine che si trovano normalmente in commercio, lui i pigmenti se li crea. Alcuni colori verde-azzurro li ottiene con l’acqua di bollitura dei vegetali, sfumature di colore giallo ocra sono date da pietre macinate che raccoglie lui stesso in giardino, anche la cenere è uno degli elementi che predilige per creare sfondi puntiformi che richiamano alla mente la pioggia cosmica. Bacche, corteccia, minerali, ogni cosa che cattura la sua attenzione può contribuire a realizzare una gamma cromatica nuova e unica per i suoi acquerelli. Nell’acquarello, la spontaneità è tutto. L'artista impara a improvvisare attraverso l'esperienza. L'intimità con il mezzo scaturisce dal modo in cui lo stesso incoraggia l'improvvisazione e sembra registrare i fugaci pensieri dell'artista sulla carta. Sandro Bardelli ha trasformato il suo gesto istantaneo in un segno creativo, le sue opere non sono mai premeditate, non nascono da un progetto, ma nascono sempre dall’azione stessa del dipingere che non si estrinseca solo nella gestualità del pennello che scorre sul foglio, ma vuole essere anche un’azione in senso psicologico ed esistenziale. Egli attinge alla sua fantasia ed al suo inconscio, lasciando che il suo quadro nasca e si riveli nel momento stesso in cui stende il colore sulla carta. E’ l’ artista medesimo che così descrive i suoi acquerelli:

“Sulla carta di riso linee che si rincorrono, si intersecano e che per brevi tratti corrono parallele per poi

allontanarsi verso vie diverse fino a creare non meglio identificabili costellazioni”

o ancora

Un susseguirsi di linee che si incrociano e si intersecano per dare vita ad una forma che nell’evolversi del

momento creativo, vengono a comporre involontariamente la campitura che dà origine ad un’immagine

mitologica: Il cavallo di Pegasus”

Per poter apprezzare al meglio gli acquerelli astratti di Sandro Bardelli bisogna andare oltre i normali parametri di lettura di un quadro, bisogna guardare ogni singolo colore, con il tempo necessario affinché la percezione si traduca in sensazione psicologica, che può far risuonare sensazioni già note, o può farne nascere di nuove. Lo stesso autore ci confessa che ogni sua opera la si può guardare partendo da un qualsiasi punto ed esplorarla secondo percorsi a piacere. Si tratta di un approccio che ci apre mondi figurativi totalmente nuovi ed inediti, dove, per usare una espressione di Paul Klee, “l’arte non rappresenta il visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è“. Infatti l’arte, in ogni sua manifestazione, è la più alta espressione umana di creatività e di fantasia, ed è uno dei pochi momenti che permettono all’uomo di esteriorizzare la propria interiorità.

Dott. Arch. Maria Grazia Spirito

Conservatrice MIDeC, Cerro di Laveno Mombello (Va), 2012


Testo di presentazione della Mostra “SUGGESTIONI INTROSPETTIVE: cromatismi astratti su carta di riso e pannelli ceramici” tenutasi presso il MIDeC, Museo Internazionale Design Ceramico di Cerro di Laveno Mombello (Va) e della Mostra “ASTRAZIONI e UNIVERSO: frammenti” tenutasi presso la Biblioteca Comunale “A. Pozzi” di Laveno Mombello (Va).

Entrambe le Mostre erano parte del Progetto Espositivo “IL VIAGGIO e l’ARTE, Opere di Sandro BARDELLI olii, carte di riso e pannelli ceramici”, svoltosi dal 13 maggio al 30 Settembre 2012 Cerro di Laveno, febbraio 2012

 

 

Il giornalista Felice Magnani ha incontrato Sandro Bardelli a Casalzuigno, nel cuore della verde Valcuvia, nel suo atelier, “Il Rudere”, diventato centro di musica, arte e cultura; l’artista insubrico, giramondo per professione, propone la sua visione interpretativa dell’arte.

Felice Magnani da “La PREALPINA” – “Lettere al Direttore” Domenica 20 Giugno 2010


Dopo aver viaggiato a lungo attraverso l’Estremo Oriente, il Nepal, la Thailandia, la Polinesia, la Cina, gli Stati Uniti, la Tunisia, è tornato a respirare l’aria di casa, alla costante ricerca di quell’armonia interpretativa e compositiva che caratterizza da sempre la sua vita di uomo e di artista Sandro Bardelli, dopo le prime esperienze pittoriche che risalgono agli anni “50 / “60 inizia la sua peregrinazione artistica nella regione insubrica prima e in quella globale subito dopo. Innamorato della sua terra d’origine, quella che per prima gli ha fatto scoprire il senso di una ricerca interiore che conduce all’ armonia, come espressione di semplicità ed essenzialità del vivere. Nella sua vita ci sono i viaggi di accompagnamento culturale, quelli che rafforzano l’ eloquio comunicativo, la conoscenza personale, il confronto con culture diverse e affascinanti, così come la scoperta del colore nella sua espressione particolare e universale, legato alle variabili etniche e caratteriali delle persone, allo spirito che muta di cielo in cielo, di aria in aria, di colore in colore, come se il mondo avesse sempre occhi diversi per stimolare la parte più inconscia della nostra esistenza. Alcuni angoli del pianeta diventano culle di curiosità, dove il carattere schivo del’ artista lombardo incontra sintonie di luoghi nei quali lasciare libero sfogo alla dimensione magica del colore. Sandro Bardelli ama la Grecia, in particolare Mikonos e Santorini, dove le case rade e bianche come gabbiani, i silenzi marini, i vicoli dove le finestre si sfiorano come labbra socchiuse suggeriscono in lui composizioni dai colori smaglianti. Colori di mare, di sole, di aria pulita, colori legati alla chiarezza e alla sua essenzialità, dove vita e costume s’ intrecciano.

Bardelli si lascia trasportare dai colori via via sempre più vivi, impressione ed espressione di vocazioni interiori legate a visioni culturali apprese in un percorso di approfondimento personale. Nel suo viaggio globale, visita tra gli altri anche la Polinesia Francese, la Bretagna e l’Andalusia, aprendosi un varco di pura passione istintuale ed espressiva soprattutto nell’incanto polinesiano francese, dove il materialismo si ricompone, dove ogni forma è colore, vibrazione, silenzio, ispirazione, religiosità, armonia e dove l’uomo trova la forza di amare ciò che veramente vale la pena di essere amato. Passando attraverso la storia dell’impressionismo, Bardelli percorre trame e concettualità, ma solo per confermare il suo desiderio di liberazione da protocolli che impediscono all’ uomo di essere se stesso. Ed è così che inizia un percorso artistico molto personale, meno condizionato dalla storia e dagli eventi e dove la libertà diventa via via emancipazione artistica e culturale. Bardelli sviluppa la sua libertà espressiva attraverso il colore, il figurativo e piano piano scopre che lo spazio si può ridurre e amplificare a secondo della forza interpretativa dell’artista. Sviluppa su carta di riso un felice connubio di linee, spazi e intuizioni cromatiche formali e informali, che inducono a ripensare l‟arte in una dimensione nuova, più universale e particolare insieme, dove tutto prende forma a secondo della forza di chi osserva. Il Bardelli di oggi è un artista nuovo, che si propone e a sua volta propone nuove vie di conoscenza, il colore non è più il “fine”, ma il punto di partenza per una rivisitazione dell’uomo. La sua arte lascia in chi la osserva un sottile desiderio di contemplazione e di ricerca. Sandro Bardelli ha trovato nelle valli della sua giovinezza nuovi impulsi sui quali costruire la sua libertà, la sua vocazione di essere parte di un’armonia nella quale tutto prende forma e sorride. Semplicità ed essenzialità si ricompongono così in un rinnovato impegno etico, che richiama al senso critico, alla legalità come espressione di verità umana ed artistica, alla genuinità dei rapporti interpersonali, ad un desiderio intimistico di pace e di riappropriazione culturale. È sull’onda di questo rinnovato impegno che l'artista ribadisce il concetto che gli è caro: “L’arte non puoi catalogarla, l’arte è quella che è, perché la sua forza passa attraverso il filtro delle emozioni, delle atmosfere, delle predisposizioni interiori, è qualcosa che sfugge allo stereotipo di turno, perché l'universalità è il suo carattere”.

 

Sandro Bardelli

Mostre Personali:


2021

“Biennale MODIGLIANI OPERA Vision” - VENEZIA, COMPLESSO MONUMENTALE della PIETÀ, esposizione di sue 7 opere dedicate al nudo femminile, dal 1° Settembre al 25 Ottobre

2020

È stato selezionato dalla Fondazione Amedeo Modigliani, in occasione dei 100 anni dalla morte del grande artista, per partecipare all’Evento On line “Tributo Amedeo Modigliani” tenutosi dal 16 al 31 Dicembre 2020 in cui ha esposto l’opera “VIOLA n.17 – ERICA sdraiata sul fianco e braccia dietro la nuca”, 2019, olio su tavola cm 62,5 x 90 (facente parte del Progetto “Il Colore VIOLA (Erotismo”).

2018

Sandro BARDELLI – ‘Il sentimento della realtà, la contemplazione della bellezza’ - CIVICO MUSEO PARISI VALLE – Maccagno con Pino e Veddasca (VA-Italy) - dal 14 Aprile al 10 Giugno 2018

2015

Sandro BARDELLI, ‘PERCORSI, A Ritroso, 2015 – 1970’ - Olii, carte di riso, tecniche miste, disegni - VILLA POMINI, Castellanza (VA-Italy) - dal 19 Settembre al 18 Ottobre 2015

2012

Sandro Bardelli: Progetto ‘Il Viaggio e l’Arte’: dal 13 Maggio al 30 Settembre 2012 - Cinque personali sviluppatesi sul territorio varesino e ospitate presso *13 Maggio/24 Giugno: ‘SCORCI d’ INSUBRIA’ (olii) - Museo I. SALVINI a Cocquio Trevisago (VA-Italy)

*19 Maggio/17Giugno: ‘SUGGESTIONI INTROSPETTIVE’ (cromatismi astratti su carta di riso e pannelli ceramici) - MIDeC Museo Internazionale Design Ceramico a Cerro di Laveno M.llo (VA -Italy)

*19 Maggio/17Giugno: ‘ASTRAZIONI e UNIVERSO: frammenti’ - Biblioteca Comunale ‘A. POZZI’ a Laveno M.llo (VA-Italy)

*8 Luglio /19 Agosto: ‘ATMOSFERE BRETONI e SOLARITA’ MEDITERRANEE’ (olii) - Museo I. SALVINI a Cocquio Trevisago (VA-Italy)

*1/30 Settembre: ‘IMPRESSIONI COSMICHE, le carte di riso’ - Centro Documentale della Linea Cadorna a Cassano Valcuvia (VA - Italy)

*2/30 Settembre: ‘FASCINO e MAGIE TROPICALI’ (olii) - Museo I. SALVINI a Cocquio Trevisago (VA-Italy) dal 30 Luglio al 23 Agosto 2010

2010

“INTROSPEZIONI e…”: Sandro BARDELLI – Opere su Carta di Riso, CASA PAOLO - Brezzo di Bedero (Va) dal 30 Luglio al 23 Agosto

2010

“L A N D of E M O T I O N”: Sandro BARDELLI: Opere ad olio…per un racconto d’ arte dal mondo

 LAND of EMOTION Agenzia Viaggi e Tour Operator – Varese dal 17 Luglio al 30 Settembre

2008

NOTE CROMATICHE” – Percezioni, Sensazioni, Emozioni – “Le Carte d’ Après” c/o “Il RUDERE”, casa atelier/ CASALZUIGNO (Va) - 2 Dicembre 2008 / 31 Gennaio

2006

“IL LUOGO, IL COLORE, LA MUSICA” - presso “Il Rudere”, casa- atelier Casalzuigno (Va) - dal 1° luglio al 30 settembre

2000

LATITUDINI DEL MONDO: luoghi, emozioni, forme e colori’ presso il “Circolo della Stampa” – PALAZZO SERBELLONI / Milano (Italy) – dal 3 al 23 Dicembre

1999 - “ANTOLOGICA – 1973/1993” a Varano Borghi – Sala Polivalente

1991 - “CROMATISMI” - VILLA CICOGNA a Bisuschio (Va)

1989 - “LATITUDINI” - VILLA CICOGNA a Bisuschio (Va)

1987 - “VIAGGIO NEL COLORE” - VILLA CICOGNA a Bisuschio (Va)

1986 “IL MELOGRANO” – Santorini (Grecia)

1985 - “ITINERARI” nelle prestigiose sale di VILLA CICOGNA a Bisuschio (Va)

1980 – Galleria d’Arte Moderna “IL SUBBIO” – Rho (Mi)

1978 – Galleria d’Arte “ASTREA” – Seregno (Mi)

1975 – Galleria “KURSAAL MARGHERITA” – Varazze

1973 – Galleria “SPADA ARTE” – Varese

1972 – Palazzo Comunale di Laveno Mombello (Va)

1970 – Galleria INA – Legnano (Mi)


Cataloghi Dedicati:


- 2018 - Monografia ‘SANDRO BARDELLI, il sentimento della realtà, la contemplazione della bellezza’ - 126 pagg., Aprile 2018 - Grafica ESSEZETA Varese (Italy)

- 2015 - Monografia ‘Sandro BARDELLI, Percorsi, A Ritroso 2015-1970’ – 44 pagg. - Settembre 2015 - Grafica ESSEZETA, Varese (Italy)

- 2012 - Monografia ‘IL VIAGGIO e l’ARTE’, Opere di Sandro Bardelli – 278 pagg. - Maggio 2012 - “Consorzio Artigiano L.V.G. “/Azzate (VA)

- 2008 - Monografia ‘Il PERENNE DIVENIRE del COSMO’, opere astratte - 120 pagg. – Luglio 2008 – Ediz. MARWAN Mesenzana (VA-Italy) - ISBN 989-88-87932-21-8 Sue opere si trovano in collezioni private in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Grecia, Austria, Tunisia, Polinesia Francese.


Opere Pubbliche:


1990 - Manifesto per il 1° Convegno Nazionale di Medicina Generale ed Insegnamento Universitario - Varese 1992

1992 – ‘REDENTORE’, bronzo – h .cm 240, collocato nella Cappella sul Monte Monarco – Induno Olona (VAItaly)

1993 – ‘LA DANZA DELLE STAGIONI’ affresco cm 350 x 185 - Scuole Medie - Pombia (NO-Italy)

1995 – ‘NO MORE WAR’, dipinto murale acrilico, cm 600 x 220 - Cadorago (CO-Italy)

1996 – ‘LA CONSEGNA DEL SAPERE’, bassorilievo in bronzo, cm 220 x 165, Centro Polivalente di Induno Olona (VA-Italy)

1996 – ‘IL GIORNO E LA NOTTE’, acrilico su portale - Valloria (IM-Italy)

1999 – ‘DANZA NELLO SPAZIO’, dipinto murale acrilico, cm 150 x 300 - Cadorago (CO-Italy)

2000 – Partecipazione con 2 opere (olio e tecnica mista) al Progetto ‘LIBERTA’ PER ESSERE liberi dal fumo, dall’alcool, dalla droga’ voluto e realizzato dall’Istituto ITPA Nuccia Casula di Varese – Italy)

2002/2003 – ‘SAN MARTINO e ANGELO’, intervento in tempera all’uovo e acrilico sul catino absidale e sul timpano dell’ex Lazzaretto di Cadorago (CO-Italy)

2005 – ‘BAGNANTI AL FIUME ‘, dipinto murale acrilico, cm 250 x 300 – Pogno (NO-Italy)

2005 – ‘REBUS’, dipinto murale acrilico, cm 800 x 180 – Marentino (TO-Italy)

2007 – Ospedale di Circolo “Fondazione Macchi” di Varese, Opera ‘NEW YORK, prospettiva’, 2007, olio su tavola, Donazione dell’Autore, cm 190 x

2007 – Civico Museo PARISI VALLE” di MACCAGNO con PINO e VEDDASCA: Acquisizione di un’opera astratta su carta di riso donata dall’Autore in occasione della Mostra Collettiva “ACQUISIZIONI 2007”

2007 – ‘LA SALAMANDRA’ – Restauro e mosaico in vetro della fontanella sita in Via Libertà (adiacente il Municipio) a Casalzuigno (VA-Italy)

2007 – ‘BAL do SABRE’– dipinto murale acrilico, cm 310 x 310 – Bagnasco (CN-Italy)

2012 – Centro Documentale “Linea Cadorna Frontiera Nord” in Cassano Valcuvia (Va), Opera “MARTIRI di SAN MARTINO”, 2012, olio su tavola, cm 200 x 95 ca.

2018 – Civico Museo PARISI VALLE” di MACCAGNO con PINO e VEDDASCA: Donazione dell’opera da olio “ECO, 2016 cm 75 x 75 olio su tavola” donata dall’Autore in occasione della Sua Personale del 2018 


Ha esposto in numerose Mostre collettive, tra cui:


1968 - Cedro d'Oro / Gallarate (VA) - Premio di Pittura Estemporanea / Gavirate (VA)

1969 - 1° ediz. Mostra di Pittura / Gorla Minore (Va) - La Bilancia d’Argento / Varese (VA) Mostra dell’Hobby / Induno Olona (VA)

1970 - Santhià vecchia e nuova – Segnalato

1971 - La Bilancia d’Argento / Varese (VA) - Santhià vecchia e nuova

1972 - Il Morazzone / Morazzone (VA) -Santhià vecchia e nuova

1973 - Come dipingono gli Indunesi / Induno Olona (Va)

1975 - Collettiva di Pittura e Scultura, Palazzo Volta / Olgiate Comasco (Co)

1976 - Collettiva Bardelli/Padovani – Ridotto Auditorium / Cardano al Campo (Va)

Collettiva Bardelli/Padovani, Centro Culturale IL GIRASOLE / Arsago Seprio (Va)

Collettiva Bardelli/Padovani/ Kunst, Villa ex Durini / Gorla Minore (Va)

Partecipazione alla 11° Mostra di propaganda a Londra a cura della Galleria Sala d’Arte 14 / Piacenza

1979 - Partecipazione alla 1° Mostra Permanente della Pinacoteca Internaz. d’Arte Antica e Moderna dell’Accademia Italia delle Arti e del Lavoro – Salsomaggiore Terme (Parma)

dal 1982 al 2003 - Tutte le collettive del Circolo degli Artisti di Varese

1982

Collettiva a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese

Collettiva gli Artisti della Provincia di Varese per l’anziano a cura dell’associazione Pro Morazzone con il Patrocinio della Amministrazione Comunale / Morazzone (Va)

1983

Collettiva Circolo Artisti Varese patrocinata dall’A.A.S. e Ass. Culturale Varese, Regione Lombardia, c/o Vecchio Porticciolo / Luino (Va)

Collettiva “Un Borgo da Scoprire” a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese

Collettiva Circolo Artisti, c/o Galleria 3 / Varese (Va)

1984 - Collettiva a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese

1985 - Collettiva a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese

Collettiva Circolo Artisti ’77, c/o Villa Bianchi / Caronno Varesino (Va) - Collettiva c/o Spada Arte, Varese

1986 - Collettiva a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese

1988 - Collettiva a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese - Collettiva, Battistero di Varese (VA )

1989 - Collettiva a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese - Spazio Tenda / P.za M. Grappa, Pro C. Gulliver, Varese

1990 - Collettiva a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese - Galleria Verga, Circolo degli Artisti / Varese - Spazio Tenda / P.za G. Italia, Pro C. Gulliver - Varese

1991 - Collettiva a cura del Gruppo Culturale Amici di San Fermo / Varese - Galleria Verga, Circolo degli Artisti / Varese - Spazio Tenda / P.za G. Italia, Pro C. Gulliver - Varese - Collettiva presso Villa Hussy / Luino (Va) / Pro Cent - Mostra sociale Circolo Artisti Varese c/o Palazzina APT / Varese - 1° Rass. Biennale Artisti Varesini, c/o Sc. Elementare “Aldo Moro” / Arsago Seprio (Va)

1992 - “ACCROCHAGE”, c/o la Bottega del Pittore / Arcumeggia (Va) - “INTERPRETARE ARCUMEGGIA”

Palazzina A.P.T./ Varese

1993 - “ACCROCHAGE”, c/o Hotel Villa Carlotta / Belgirate (VB) - 2° Rass. Biennale Artisti Varesini, c/o Sc. Elementare “Aldo Moro” / Arsago Seprio (Va)

1994/1995 - Coll. sul tema “NATURA MORTA” – 10 dic. ‘94/19 febbr. ’95, c/o Galleria Poma / Morcote (Canton Ticino – CH)

1995 - 3° Rass. Biennale Artisti Varesini, c/o Sc. Elementare “Aldo Moro” / Arsago Seprio (Va)

1997 - Due Associazioni d’ Arte della Provincia di Varese, Civica Galleria d’ Arte Moderna / Gallarate (Va)

2000 - En Plein Air 2000, artisti all’ opera / Varano Borghi (Va)

2005 - Mostra Collettiva, Sala Polivalente Riccardo Bauer / Pogno (No)

Mostra Collettiva, Portico delle Carrozze Casa Zuccalà / Marentino (To)

2007 - “ACQUISIZIONI 2007”, 17 febbraio/ 18 marzo, CIVICO MUSEO PARISI / VALLE Maccagno (Va)

2007 - “CORPO di DONNA “, Maggio/Luglio / SANGALLERIA (Arcumeggia – Va)

2011 – “ATTIVAMENTE al PAESAGGIO”, Febbraio 2011 / Spazio Espositivo FRERA / Tradate (Va) Sandro BARDELLI


Rassegna stampa:


Sue opere sono riprodotte sui seguenti cataloghi/volumi:

- S.I.M.G. Società Italiana di Medicina Generale – Sez. di Varese – Riproduzione opera in copertina - 1992

- NEL SEGNO DI TAVERNARI – la sacralità del vivere – pagg 37 e 78 – Anno 1993 - P.L.V. (Daverio – Va)

- VARESE chiama BUSTO – pagg 24 e 54 – Anno 1993 –Tipografia Manfredi (Varese)

- 3° Rassegna Biennale ARTISTI VARESINI - 1995

- SULLE ORME di MASOLINO – pagg. 54 e 55 – Anno 1995 – P.L.V. (Daverio – Va)

- “…e chiamò la luce ‘Giorno’ e le tenebre ‘Notte’. Così fu sera, poi fu mattino…” GENESI - pagg. 19 e 52 - Anno1995 – Centro Stampa Imprese s.a.s. (Ispra – Va)

- DUE ASSOCIAZIONI d’ ARTE della PROVINCIA di VARESE – Anno 1997

- VARESE - Un percorso d’arte – pag. 76 – Anno 1997 – Grafica Varese s.a.s. – Induno Olona (va)

- VALLORIA e le sue porte dipinte

- Omaggio a INNOCENTE SALVINI – Sulla strada del mulino, tra la sua gente – pag. 32 – Anno 1998 – Consorzio Artigiano L.V.G (Azzate - Va)

- UN’ IDEA per UN AFFRESCO in ARCUMEGGIA – pag. 22 – Anno 1999 - Consorzio Artigiano L.V.G (Azzate - Va)

- LIBERTA’ per ESSERE LIBERI – dal fumo, dall’ alcool, dalla droga – Anno 2000

- EN PLEIN AIR 2000 – artisti all’ opera, VARANO BORGHI – Anno 2000

- UN’ OPERA D’ARTE per SOSTENERE UN’ OPERA di SOLIDARIETA’ - Anno 2000 – Grafica Varese Edizioni

- INSUBRIA TERRA d’ ARTE – pag.32 – Anno 2000 - Consorzio Artigiano L.V.G (Azzate - Va)

- ARTE ed EDITORIA, nel ricordo di un amico scomparso – pag. 32 – Anno 2001 – La Tipografica Varese Spa (Varese)

- PAESAGGIO UMANO e NATURA – pag. 18 – Anno 2002 – Consorzio Artigiano L.V.G (Azzate - Va)

- ACQUISIZIONI 2007 - pagg. 24 e 26 – Anno 2007 –NICOLINI Editore (Gavirate – Va)

- CORPO di DONNA – Anno 2007 – Tipo-offset – MARWAN (Mesenzana – Va)

- “…IL PERENNE DIVENIRE del COSMO” – Monografia “Opere Astratte – Anno 2008 – Ed. MARWAN (Mesenzana – Va)

-  ART NOW Promotore di creatività - n. 3 – Maggio/Giugno 2021


Tra i Premi:


1978 – Premo “Filippo De Pisis”, Casa Editrice ALBA /Ferrara

1978 – Nomina Accademico d’Italia (Accademia Italiana delle Arti e del Lavoro), Salsomaggiore Terme

1984 – Coppa ENTE PROVINCIALE per il TURISMO di VARESE, 7° Edizione “Primavera Varesina”

1984 – “PREMIO MONTECITORIO” e “PREMIO BERLINGUER”

Compare in numerosi volumi bibliografici tra cui:

Enciclopedia Nazionale degli Artisti Italiani – Bugatti/Kroese – 1976

Rivista “ARTE” – Bugatti Editore – 1976

Annuario Comanducci n. 5

International Catalogue of Modern Art 1977-78 – Ed. A.M.P. – Milano

Archivio per l’Arte Italiana del Novecento / Kunsthistorisches Institut in Florenz – Firenze

La Nuova Ribalta Artistica – Ed. Studio – Arte E.S.A.

Dizionario E.S.A. “gli Anni ’60 e ’70 dell’Arte italiana – Vol. 8 – piacenza

Vademecum dell’Arte 1979 – ed. Il pilastro - Firenze

Critica d’Arte “OGGI” (Rivista d’Arte Contemporanea Internazionale) – Ed. Accademia d’Italia Arti e Lavoro –

Salsomaggiore Terme (Parma) – 1979

Enciclopedia “Arte Italiana per il Mondo” – Ed. Celit – XII Volume – 1985

Archivio del Museo Bandera – Busto Arsizio


Hanno scritto di lui:


Saverio Bagnato - Elio Bertozzi - Fabrizia Buzio Negri - Vittore Castiglioni - Antonino De Bono - Marino Fioramonti - Gioacchino Li Causi - Giorgio Minazzi - Mario Monteverdi - Antonio Oberti - Biagio Pantaleo

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