Descrizione: MIXED MEDIA SU TELA MARA ISOLANI ' RIFLESSI SU TOPOLINO AMARANTO ' dimensioni L 80 x H 60 cm.
Mixed Media su tela - Titolo " Riflessi su Topolino amaranto " by Mara Isolani .
Tecnica mista: acrilico e olio su tela.
Anno 2019 - Dimensioni L 80 x H 60 cm.
Opera Unica - Certificato di autenticità.
La pittura acrilica è una tecnica pittorica nata in epoca relativamente recente.
Le vernici sono prodotte con polveri colorate (pigmenti) mischiate con una resina acrilica di essiccazione variabile, generalmente veloce.
Caratteristiche della pittura acrilica è la rapidissima asciugatura, facile stesura e la traslucidità una volta asciutta.
La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto per lo più bidimensionale, come la carta, la tela, la ceramica, il legno, il vetro, una lastra metallica o una parete. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte. Chi dipinge è detto pittore o pittrice, mentre il prodotto finale è detto dipinto.
Mara Isolani
Ha frequentato all’ Accademia Belle Arti Cignaroli di Verona i corsi di pittura, affresco e design.
Mara ha una laurea magistrale in Storia dell’Arte. Da sempre appassionata d’arte, ha iniziato a dipingere in giovanissima età prediligendo la pittura ad olio su tela. Di matrice figurativa, guarda alla figurazione americana ( con una grande passione per Hopper e Sheeler ) e ha come tema il viaggio. Propone un mondo di viaggiatori della vita, in uno spazio dove tutto è immaginabile, dove “l’homo peregrinus” avanza alla ricerca dei suoi sogni e di se stesso, dove le auto assorbono viaggi e paesaggi sulle loro lucide superfici, dove alla fine i turisti a gruppi o da soli diventano i loro alter ego, calchi dorati, realizzati con lamina dorata, impronte d’uomo, sintesi di una società massimizzata dove gusti e tendenze sono sempre più simili fra loro. Ogni opera è un fotogramma di vita che presume un prima e un dopo che saranno immaginati diversi da ogni persona che li osserverà. Ciascuno vi proietterà la propria vita e le proprie esperienze. L’artista considera, pertanto, le proprie Opere terminate solo dopo che il fruitore ha generato la propria interpretazione, ma, poiché il numero dei fruitori è teoricamente infinito, le opere non sono mai terminate ma continuano ad evolversi nel tempo.
Mostre principali: Palazzo della Gran Guardia di Verona; Galleria Villa Falk e Galleria Kass di Innsbruck; Foyer del Kapuzinertheathers di Lussemburgo; Artexpo di NewYork; Fiera Art Philadelphia, Philadelphia, USA; Spazio Agora di San Giovanni Lupatoto, Verona; Rathausgalerie della Città di Waidhofen a.d. Ybbs - Austria; Galleria Palazzo Maggi, Nogara(VR); Galleria ArtCubic, Barcellona, Spagna; Biennale internazionale d'Arte di Malta; selezionata al premio Arte Mondadori, Galleria Sala Barna di Barcellona (Spagna), Mostra gemellaggio Verona-Innbruck presso il Palazzo delle Esposizioni di Innsbruck; Happening alla Galleria Fabrica xx/9 di Verona; Artefiera di Salisburgo; mostra “I Veneti”, Torre di Ponte Milvio, Roma; Straf Art Hotel, Milano; ArtVerona 2013, Spazio Independents, Myhome Gallery; Mostra “Viaggio e paesaggio” a La Corte di Felsinea, Bologna; mostra personale “Viaggio e paesaggio” presso Azienda vinicola Albino Piona di Villafranca;Mostra Personale al Polo Confortini di Verona; Mostra alla Hoffbug di Innsbruck; mostra “Visioni contemporanee” a Casa dei Carraresi di Treviso. Artista ha partecipato: Arte Fiera di Padova; Arte Fiera di Cremona; Arte Fiera di Pordenone; Arte Fiera di Parma.
COLORS ON THE ROAD
Personale di Mara Isolani
Donna profondamente volitiva, coraggiosa, attenta e determinata che ha fatto dell’Arte una grande ragione di vita.
Donna di mente e di cuore che dipinge da sempre: quando aveva poco più di quattro anni ha realizzato il suo primo quadro.
E anche se la vita l’ha accompagnata lungo percorsi professionali diversi, il suo punto di luce artistico è stato coltivato parallelamente studiando in modo serrato, approcciando le varie tecniche pittoriche, grafiche e scultoree per cercare di mettere alla prova se stessa, di valutare procedimenti, rese, risultati, al fine di migliorare, di perfezionare la cifra stilistica, il suo già ben formato linguaggio personale.
Ogni Opera per Mara Isolani è un’esperienza creativa unica che si forma prima nello sguardo, nei pensieri, nelle emozioni ed è materia viva che fluisce come corso che sa sciogliere nelle cromie la luce della Natura riversata nelle grandi composizioni che raccontano con innata semplicità il movimento del colore, l’atmosfera creata dalla pennellata, dall’intersezione dei piani e delle linee di forza che esprimono una realtà data da una superficie stratificata da più immagini e dai tanti impulsi che fluiscono attorno.
Si avverte un “oltre”, una forza remota, un’eco, un particolare richiamo che pervade le sue Opere quasi come si cercassero l’un l’altra e venissero poi a coinvolgerci coralmente, nelle testimonianze raggiunte attraverso esperienze uniche, appassionate, ardue perchè costruite su figure e ombre, quali presenze e “assenze”. Ogni creatura esiste, offre la sua consistenza plastica anche attraverso l’ombra che è la traccia della storia, di quello che è stata, quasi affioramento dell’inconscio, sinopia di un muro che si sfalda, vuoto che rimanda al pieno dell’oggetto, la trama pittorica che s’addensa e vela per diventare poi solo impronta.
E il fondale dell’Opera sta lì come un quadro nel quadro: è bizzarro tessuto cromatico che vive tra l’informe e lo sfrangiamento di un vibrare geometrico che era poco fa e ora non è più, si sta trasformando sotto ai nostri occhi, muove, ruota, dilata fluttuanti cromie che si nutrono di vita propria.
E questi fondi che apparivano nelle Opere di Mara Isolani già più di vent’anni fa, oggi emergono lavorati con sabbia e malta a rilievo a formare strati, muri, quali pareti vive delle nostre memorie, di un passato che ha vissuto il cammino del tempo, il succedersi delle generazioni, una dopo l’altra, tutti i nostri ricordi del silenzio carico di tocchi, di dissoluzioni, delle tinte spente che lasciano baluginare tremuli riflessi del giorno che verrà.
E qui si avverte il doppio: quello che traspare sempre come gioco eterno che oscilla tra la finitezza e l’indistinto, il compiuto e l’irrisolto della profondità che assomma passaggio dopo passaggio una prospettiva personale, arbitraria, che spinge l’occhio tra colore e materia verso quella vaghezza che giunge a soluzioni soggette a richiami lontani, ad evocazioni, a sogni, ad attese.
E ancora una particolarità di Mara Isolani è nell’uso della preziosità dell’oro che delinea, spalma, sottolinea il soggetto dell’Opera stessa, ma che appresso interloquisce con le polveri terrose abbandonate e fissate in aggetto, quali residui di un qualche cosa di arso, di combusto, che proviene dal suo ricercare fermo, deciso, dalla sua volontà tenace e appassionata, che le indica nuovi territori da esplorare, da percorrere, da camminare, da vivere.
Si viaggia, ci si sposta, si va con le bellissime moto o auto d’epoca con la simpaticissima Giardinetta verde dal tendalino a righe bianche e rosse, con la straordinaria Locomobile del 1914, con le Balilla dai parafanghi lustri come uno specchio che riflettono il colonnato del Municipio o l’Arena di una Verona incantata, quella Verona dall’Artista tanto amata.
E allora ecco in arrivo i curiosi turisti a gruppi, a frotte, coloratissimi, frastornati, distratti, mezzi rintronati dalla stanchezza e dal procedere forzato: zainetti in spalla, macchine fotografiche in mano, buffi cappellini in testa, corte magliette sulle pance in fuori, calzoncini corti, furbi cagnolini al guinzaglio.
Non si smetterà mai di esplorare, si va senza destinazione in un’affascinante esperienza senza prezzo che ci rende migliori, alla scoperta di sentieri dove assemblare emozioni e progetti, ciò che conta è l’ andare.
E’ la complessa poetica della contemporaneità, del sentimento del nostro mondo che, nella sua densità di lingue abitudini tradizioni, racchiude sia un velo d’ironia che di mestizia.
Basta sapersi guardare attorno per cogliere la totalità e le tensioni che abitano fuori e dentro di noi, anzitutto nell’animo sensibile e complesso di un’ Artista come Mara Isolani, che in questo viaggio, visto come metafora della vita, come sentimento del passaggio, sente la condizione necessaria per continuare ad andare avanti, per essere qui e ora e da un’altra parte insieme, per condividere con spirito libero e con occhi nuovi la strada che ognuno di noi deve percorrere..
Marifulvia Matteazzi Alberti.
La ricerca filosofica di Mara
Isolani
Di: Anna Rita Delucca (Bologna)
La raffinata ricerca estetica di Mara Isolani è figlia di cultura
intellettuale e capacità manuale innata, perfezionata attraverso l’ausilio di
specifiche esperienze tecniche acquisite nella pratica artistica.
Il suo stile fuori dal tempo e dallo spazio, intesi nella loro accezione più
comune, costituisce, da un lato, un richiamo al Surrealismo soprattutto come
estraniazione dalla realtà cosciente e per il suo spingersi verso uno stato
conoscitivo ‘oltre’ la realtà, una sorta di visione che si avventura al di là
del visibile, da un altro lato però si riallaccia alla filosofia dell’arte di
Hopper che negli anni Cinquanta/Sessanta inventò uno stile realista del tutto
personale per rappresentare la solitudine americana: i suoi quadri infatti solo
in apparenza riproducono il reale poiché nascono da una ricostruzione mentale
che accosta elementi osservati in tempi e luoghi diversi.
Come Hopper, Mara Isolani dipinge assemblando elementi rimasti impressi nella
memoria trasformando in tal modo oggetti semplici in veri e propri simboli,
inseriti in scenari senza tempo: una bicicletta, un turista che osserva il
mondo attraverso la macchina fotografica,una sagoma umana senza volto che si muove
come un’ombra in un contesto asettico, creato con luci e contorni geometrici
ravvivati da bagliori di dorature cromatiche: è la dimensione del sogno, è un
mondo di viaggiatori della vita che si incamminano inglobati in architetture
senza tempo e caratterizzate da uno spazio non convenzionale dove tutto è
immaginabile, dove tutto è realtà ma nel contempo è anche fantasia.
Nell’opera di Mara Isolani il viaggio e lo spazio sono metafore di vita, lo
scorrere del tempo, l’esperienza, l’avventura ed infine la conoscenza diventano
la linfa che nutre la crescita dell’anima. Queste architetture semplici e
geometriche sono inquadrate in una prospettiva fotografica che ottiene
l’effetto di isolare il singolo dal gruppo e nel contempo di inglobare il
singolo nel tutto.
Hopper utilizzò composizioni e tagli fotografici che assimilava agli scorci
degli impressionisti ma di fatto il suo stile fu personalissimo e imitato a sua
volta da importanti cineasti.
La composizione dei suoi quadri è tendenzialmente geometrica, luci
taglienti e volutamente "artificiali" in cui si ravvisa una
drammatica estraneità e incomunicabilità tra i soggetti. I loro sguardi spesso
fuoriescono dal quadro e si rivolgono a qualcosa di invisibile allo spettatore.
Di lui si disse che fosse in grado di "dipingere il silenzio".
Le luci ed ombre di Mara Isolani sono, al contrario, calde, dorate, luminose di
speranza ma hanno in comune con il grande pittore americano il senso di
alterazione spazio/temporale, le figure escono dal "confine del
quadro" e si rivolgono all’inconoscibile.
Possiamo dire di lei che sa dipingere la vita che pulsa nascosta oltre il
silenzio?
Critica di Silvana Ticci Pirrello.
Nelle opere
di Mara Isolani sarà opportuno cercare
le radici della abilità e della perfezione delle linee e dei colori, nella
tradizione artistica Veneta, alla quale l’ artista si ispira, infatti i ritmi
delle sue creazioni, ordinati in successione, hanno una armonia che fa pensare
a moduli architettonici, dai vuoti chiari o dorati dei suoi fiori, da me molto
amati, all’ esplosione dei colori delle vecchie moto, soggetto ricorrente, miscelati sapientemente in toni bruni, a volte
rossicci, con preferenza di toni caldi,
ma sempre controllati e chiusi entro costruzioni ben precise e definite.
L’ arte di
Mara Isolani esplora territori dove viene coltivata la ricerca materica mediante una pittura che tende a fissare e
sospendere sulla tela una serie di dati tangibili con pennellate robuste e solide, a volte
quasi in rilievo, a volte in campiture piatte.
Le moto da
lei raffigurate sono inquietanti idoli di una civiltà di massa legata al
passato, ma con uno sguardo al futuro, forse di ciò che diventeremo , legati al
mondo dei motori e della tecnica, una rappresentazione concreta e riconoscibile
dunque, ma con un significato più profondo, quasi occulto, legato alla
fenomenologia dell’ oggetto.
Comunque
sia, Mara Isolani riporta l’ arte ad uno schema tradizionale e comprensibile,
con una operazione di design nostalgico, con citazioni iperrealistiche, che
però in nessun caso prendono il sopravvento. Proprio in virtù di questa facile
leggibilità “le macchine assumono una fissità codificata di feticci”.
Anche la rappresentazione
dei fiori, apparentemente gentile, che dovrebbe mostrare la loro dolcezza ed il
loro profumo, diventa un alibi per costruire un sistema complesso di immagini che
suggeriscono i nostri legami primigeni con la vita, per farci ritrovare il
senso sacrale del mondo e della natura, nel rinnovato stupore di chi riscopre
le cose create, innalzandoci così verso una dimensione ultraterrena.
Sacralità
della natura, quindi, sottolineata dai fondi oro, così come usavano, sia pur
con altri soggetti, i maestri del gotico fiorito.
A volte
invece nelle sue tele giganteggiano enormi volti di fanciulli scontrosi in
primo piano con la stessa fissità degli altri soggetti, ma con una tematica più
vicina al sentire umano, con una ricerca continua , sempre legata strettamente
alla realtà, tanto da ricordare alcuni famosi fotografi giapponesi,
contemporanei, veri maestri dei primi piani, o anche i grandi poster
psichedelici di Michael English.
L’ arte
oltre allo spazio della creazione oggi invita anche alla riflessione e la gente
sembra più sensibile a questo proposito e se è vero che l’ arte interagisce con
lo spettatore, le opere di Mara Isolani gli forniscono il mezzo per raggiungere
la propria potenziale creatività, e quindi può ricreare l’ opera e
interpretarla secondo il suo grado di conoscenza, sensibilità e consapevolezza.
Da questa
osmosi nasce ciò che Bonito Oliva chiama
“il momento vitale dell’ arte, nel senso di una trasmissione di energia,
anche se antagonista, tra le due polarità che costituiscono il sistema dell’
arte”.
In tal modo
l’ arte di Mara Isolani interagisce con lo spettatore, poichè essa mostra un
suo mondo poliedrico dove fluiscono armoniosamente le “sue” immagini, quali
esse siano, per cui ogni soggetto, ed ogni cosa, invece di esaurirsi nella
ripetizione di se stessa, si realizza attraverso molteplici stratificazioni in
senso freudiano.
Oserei dire che la pittura di Mara è profonda, discreta, non eclatante, ordinata, specchio fedele della sua creatrice.