Descrizione: MIXED MEDIA FEOFEO ' ANIMICA VEGETALE ' dimensioni L 150 x H 100 cm.
Mixed media su tela - Titolo " Animica vegetale " by Feofeo.
Opera della serie Mutamenti.
Anno 2012 - Dimensioni L 150 x H 100 cm. Opera unica.
Opera pubblicata sulla monografia Feofeo " Io Sono Colore " pag. 50 - Editoriale Giorgio Mondadori (Cairo Publishing) curata dal Prof. Giovanni Faccenda.
Monografia " Io Sono Colore " sarà rilasciata in omaggio con opera acquistata.
Certificato di autenticità.
Serie Mutamenti.
La maggior parte delle persone tende ad identificare con la parola " Apocalisse ", la fine del mondo in cui viviamo, non conoscendo il reale significato del termine che è sinonimo di " Rivelazione". Il gruppo di opere che ho raffigurato in questo ciclo rappresenta la rinascita dell'uomo alla Nuova Era, quella dell'Acquario, un periodo contraddistinto da un'influenza spirituale, inventiva, mistica, scientifica, altruistica e religiosa. Se applichiamo il precetto biblico " lo riconosceremo dai loro frutti" possiamo aspettarci che la Nuova Era sia apportatrice di innovazioni originali nei regni della scienza, della religione, del misticismo e dell'altruismo.
Feofeo
Arte mixed-media (la tecnica mista con più materiali).
E’ una forma d’arte moderna e popolare: nasce dalle arti visive fondamentali come la pittura, il disegno e la
scultura assemblati con materiale oggetti diversi.
La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto per lo più bidimensionale, come la carta, la tela, la ceramica, il legno, il vetro, una lastra metallica o una parete. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte. Chi dipinge è detto pittore o pittrice, mentre il prodotto finale è detto dipinto.
Feofeo.
Feofeo nasce
ad Alessandria nel 1969.
Il compiuto
corso di studi in farmacia determina probabilmente l’attitudine alchemica
presente da sempre nei suoi lavori. Quella di Feofeo è una costante indagine
sul colore, sulle sue frequenze a livello visivo, fisico e simbolico. Dallo
studio della fisica quantistica, della teoria del colore di Goethe e sullo
spiritualismo Steineriano, approda a rappresentazioni primordiali archetipiche,
costruite inizialmente solo con la pittura poi con l’utilizzo di segni e
simboli. Ciclo dopo ciclo l’artista crea una personalissima grammatica
strutturata antroposoficamente che invita lo spettatore a entrare per poi
lasciare fluire liberamente quell’energia vitale che è l’emozione, in un
continuo scambio tra identità ed alterità, tra individuale e duale, tra micro e
macro-cosmo, sempre conscia della funzione di mediazione dell’arte nel
raggiungimento del benessere in senso lato.
L’ultimo
ciclo sul tema esoterico, ruota su alcune diciture che esplicitano studi e
spiegazioni che non hanno ancora trovato un’univoca decodificazione: scritte
che, racchiudendo ermetici fondamenti celati da millenni alla spiegazione
umana, contraddistinguono le sue opere attraverso una marchiatura a fuoco per
singole lettere dando inizio a un iter creativo intriso di mistero.
Disamine appartenenti al Priorato di Sion, ai Templari fino alle tesi del filosofo René Guénon valorizzano maggiormente la sua pittura. L’iscrizione, oltre a contraddistinguere l’attuale percorso, si connota di ulteriori strutturazioni concettuali, grazie all’inserimento nella composizione artistica di simboli derivanti dalla Scienza Sacra. Si evidenzia dunque un nuovo messaggio per indicare altre tematiche alla sua poetica.
Dal 2011 si
registrano continue personali e rassegne in musei, gallerie e palazzi storici
in Italia e all’estero nelle città di Barcellona, Berlino, Bruxelles,
Bratislava, Buenos Aires, Londra, Los Angeles, Lugano, Miami, Montecarlo, New
York, Obernberg, Oslo, Parigi, San Pietroburgo, Stoccolma e Tallinn.
Tra le ultime
personali si ricordano Guha, Museo Casa dei Carraresi, Treviso
(2019); Io sono Colore, Museo Diocesano San Giovanni, Asti, con
presentazione dell’omonima monografia, Editoriale Giorgio Mondadori, a cura di
Giovanni Faccenda; Percorsi d’arte, Villa Principe Leopoldo,
Lugano (2017); Energia, Onorevole Camera dei Senatori di Buenos
Aires; Equinozio, Museo Civico Rocca Flea, Gualdo Tadino-Perugia
(2015); Parla L’Amore, Villa Cambiaso, Savona, a cura di Paolo
Levi; Le voci dentro, Museo Civico Mastroianni, Marino-Roma
(2013). Tra le ultimissime collettive ricordiamo Transiti,
Palazzo Lascaris Galleria Carla Spagnuolo, Torino; Leonardo 500,
Villa La Versiliana, Marina di Pietrasanta-Lucca (2019); Pace e Amore,
La Grande Moschea di Roma; Non c’è Bellezza senza Mistero,
Palazzo Graneri della Roccia, Torino e Castello di Francavilla Fontana,
Brindisi; BIAS, Biennale Internazionale di Arti Sacre, Palermo; Ogni
donna è musa, Fondazione Primoli, Roma (2018); Art for Excellence,
Museo del Risorgimento, Palazzo Carignano, Torino; Vissi d’arte,
Vissi d’Amore, Gran Teatro Giacomo Puccini ,Torre del Lago; La
grande Bellezza, Castello di Obernberg, Inn, Austria (2017); L’eternità,
Basilica dei Santi Quattro Coronati, Roma; Era perduto ed è stato
ritrovato, Museo del Tesoro di Vigevano, a cura di Giovanni Faccenda; Il
Labirinto dell’Ipnotista, Palazzo Gallio, Como (2016); L’Arte e
il Tempo, Palazzo dei Giureconsulti e Spazio Sforza, Milano per Expo
2015; Biennale Internazionale, MEAM Museo Europeo d'Arte Moderna
di Barcellona (2015).
Nel Dicembre
2016 viene pubblicata in italiano e in inglese, la sua monografia “io sono
colore”, Editoriale Giorgio Mondadori, con la prefazione critica del Prof. Giovanni
Faccenda.
Questa sua
prima importante monografia presenta oltre 160 opere realizzate tra il 2011 e
il 2016 e suddivise in tre sezioni, corrispondenti ad altrettanti periodi
artistici legati alla spiritualità.
Nel 2018
iniziano le acquisizioni da parte di importanti gruppi bancari (Banca di Asti e
FinecoBank).
Le opere di Feofeo sono presenti in Italia e all’estero in collezioni pubbliche e private e le sue quotazioni di mercato sono pubblicate sul Catalogo dell’Arte Moderna Italiana, come artista segnalata dalla critica di settore, con estensione geografica internazionale. Vive e lavora ad Asti.
Critica del Prof. Giovanni
Faccenda
Il rispecchiamento di sé nella
pittura
Ci si serve dei colori,
ma si dipinge con il sentimento.
Jean Siméon Chardin
Dipingere senza soggetto, se non
prestando ascolto a quanto di più remoto abiti il proprio universo interiore, è
itinerario di scavo complesso non meno della rappresentazione di un volto, un
paesaggio, un gruppo di oggetti o frutti ordinati, oppure no, su un tavolo.
Andando oltre gli abituali e sommari codici interpretativi, infatti,
figurazione e astrazione risultano al solito ambiti alquanto vaghi e
imprecisati, forieri di discussioni infinite: l’argomento principale, in
realtà, dovrebbe rimanere la pittura, quale genere di spessore la caratterizzi
e, infine, i significati e le peculiarità che vi collimino.
All’interno del panorama artistico
contemporaneo, l’originale figura di Federica Oddone – alias Feofeo – risalta
per merito di una identità raggiunta sfuggendo a mode e omologazioni, nel
progressivo consolidamento di un percorso espressivo sospeso fra abbandoni
intimi (Serendipity, Albatros, Il pianto delle anime) e
raffinate meditazioni intellettuali (La porta di Ishtar, il ciclo dei
Sette Chakra).
Pittrice dotata di una cospicua
capacità introspettiva e di una sensibilità che indovini accentuata da riflessi
memoriali indelebili (Déjà-vu, Dentro di me… l’abisso, L’altra
faccia del male), Feofeo affida alla materia e al colore gli esiti di un
coinvolgimento sentimentale sempre tonico, suscitato, com’è, da feconde
percezioni sensoriali e invitanti spunti immaginifici (Sabbia di Siria, Al
di là del suono, Non solo cerchi nel grano). Ne conseguono accordi
cromatici in grado di realizzare fisicamente mutevoli stati d’animo (Il
giorno del giudizio, Il canto del cigno), che scandiscono un
impianto pittorico colmo di arcane trepidazioni e nascosti trasalimenti (L’essenza
di un fiore), la vampa che ispira Feofeo sotto la cenere di una realtà che
evapora senza lasciare traccia e, dunque, nessuna consolante certezza (Il
paradosso).
Il pennello, a un tratto, diventa
il bisturi con il quale Feofeo fruga dentro se stessa (Il viaggio), alla
ricerca di luci occultate nell’ombra, semi da far germogliare, indizi da
cogliere e poi sviluppare in quelle stesure rigogliose di materia informe (Senza
fiato, Il luogo delle idee, Contingenze), ove compenetrare
verità ancestrali e misteriose, il senso di una indagine incessante, che
acquista, nel dispiegamento eloquente dei propri ordini etici ed estetici,
profondità lirica, valore emblematico (L’apocalisse, Il cerchio della
vita, Orchidea selvaggia).
Vi resiste un’urgenza mai
appagata, che trova appunto nella pittura territorio di libera espressione.
Guardi, allora, la consistenza ricercata delle differenti campiture di colore,
nelle quali echeggia, con voce cavernosa, un toccante sostrato umano (Sangue
e arena, Golgota, Diseguaglianze), e immediatamente avverti
la temperatura emotiva di un’artista desiderosa di spingersi oltre la soglia
della propria mente, là dove insistono percorsi e prospettive irrinunciabili e
i sogni migliori restano quelli ad occhi aperti (Alice nel paese delle meraviglie).
Così, la matassa da dipanare, ogni
volta che l’ispirazione richiama Feofeo all’impegno prediletto, assurge a
pretesto vitale, si trasforma in un meraviglioso viatico nel quale ritrovare il
perduto incanto di bagliori sibillini, continuamente ardenti (Il senso
universale della pace): cromie, quelle, come note di uno spartito musicale
o lettere di uno sconosciuto alfabeto, che ora gelano ora arroventano,
lasciando sempre, nella mente e nell’anima dello spettatore, il riverbero
subliminale di un coinvolgimento affascinante e totale.
Venezia, marzo 2016.